lunedì 27 febbraio 2017

Nord e Sud di Elizabeth Gaskell

Buongiorno e buon inizio settimana cari amici del blog. Oggi vi parlerò di un romanzo che ho sempre voluto leggere, ma che non sono mai riuscita a reperire. Fortunatamente mio "cognato" per Natale ha deciso di regalarmelo e dopo un lunga epopea (il libro è stato ordinato a dicembre, ma è arrivato a febbraio) finalmente è giunto tra le mie mani. Qual è il titolo del romanzo in questione? Nord e sud di Elizabeth Gaskell, edito solo dalla casa editrice indipendente Jo March. Ecco la scheda.




Titolo: Nord e Sud
Titolo originale: North and South
Autore: Elizabeth Gaskell
Anno di pubblicazione: 1855
Editore: Jo March
Pagine: 476
Prezzo: € 15,00
Citazione preferita: "Aveva capito cos'era l'amore: un acuto dolore, un'esperienza atroce, in mezzo alle fiamme del quale era costretto a dimenarsi! Ma avrebbe attraversato quella fornace lottando e avrebbe raggiunto la serenità della mezza età, molto più ricco e umano per aver sperimentato quella smisurata passione".

Sinossi: Margaret Hale, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del sud, a Milton, popolosa città manifatturiera del nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo ed irriconoscibile dell'industrializzazione. La famiglia Hale con i suoi valori è completamente estranea alla frenetica vita del centro industriale in piena espansione, alla nascente lotta tra padroni e operai, all'inquinamento e al degrado sociale. Margaret stringerà subito amicizia con Bessy Higgins, una ragazza che si è ammalata per le pessime condizioni di lavoro in fabbrica e con il padre Nicholas, sindacalista impegnato attivamente nel movimento operaio. Subito complesso si rivela, invece, il rapporto con il signor Thornton , allievo del signor Hale e padrone di uno dei più importanti cotonifici di Milton: Margaret è combattuta tra l'ammirazione per quest'uomo che si è fatto da solo contando solo sulle proprie capacità e l'ostilità per l'industriale, che a suo giudizio è responsabile delle misere condizioni di vita dei suoi operai.




Devo essere sincera con  voi, ero tanto incuriosita da questo romanzo e dalla Gaskell in generale perché molte persone mi avevano detto che questa autrice è la degna erede di Jane Austen e che Nord e Sud presenta molti punti in comune con Orgoglio e Pregiudizio. Io, però, non sono dello stesso parere. La Gaskell scrive in un periodo completamente differente da quello di zia Jane, sconvolto e trasformato dalla rivoluzione industriale, così i temi che tratta sono davvero tutt'altro che paragonabili a quelli della Austen. Infatti, mentre le eroine presenti nel romanzo di quest'ultima affrontano soprattutto sofferenze amorose e si scontrano tutt'al più con i giudizi della gente, Margaret Hale deve, invece, scontrarsi con il cambiamento totale della sua vita. Andrà a vivere al Nord, si imbatterà nella povertà più assoluta e dovrà avere rapporti con un uomo potente, gentile, ma che lei giudicherà quasi sempre in modo negativo. La protagonista di Nord e Sud, secondo il mio parere, è un eroina a tutti gli effetti, perché anche se la sua esistenza sarà sconvolta da eventi drammatici, lei quando sembra che tutto le stia crollando addosso, sa rialzarsi e riesce a tornare a vivere.

L'unico punto in comune che riesco a trovare tra Nord e Sud e Orgoglio e Pregiudizio, è il rapporto  tra Margaret e il signor Thornton che somiglia vagamente a quello tra Lizzie e Mr Darcy. Margaret ritiene che Thornton sia un uomo da stimare perché è riuscito a crearsi una posizione partendo da zero solo con le proprie forze, ma lo disprezza perché crede che non tratti al meglio i suoi operai, così sarà sempre portata ad avere pregiudizi su di lui, proprio come Lizzie nei confronti di Darcy. Ed anche qui troviamo una dichiarazione d'amore e una proposta di matrimonio non corrisposta, che anche se non ho trovato struggente e glaciale come quella di Darcy, mi è molto piaciuta, perché nonostante abbia ricevuto un NO come risposta, Mr Thornton ritiene che quella esperienza gli sia servita e che non smetterà comunque mai di amare una donna come la signorina Hale.


"... Essere amata da me sembra essere per voi come un'onta. Non potete evitarlo. Anche se lo volessi, non potrei togliervi quell'onta, e non lo farei neanche se potessi. Non ho mai amato una donna prima: la mia vita è stata troppo impegnata, la mente troppo assorta in altri pensieri. Ora amo e amerò. Ma non abbiate paura, non lo mostrerò apertamente".


Nord e Sud è poi un romanzo attualissimo, perché ci parla di una famiglia che da un fiabesco paese di campagna del sud, si trasferisce nella fumosa e industriale città di Milton, dove l'aria che si respira è molto diversa e dannosa da quella tiepida e pura del sud. Anche se qui il trasferimento è dovuto ai dubbi religiosi ed esistenziali del sgnor Hale che decide di svestire i panni di parroco per indossare quelli di un docente, questa storia mi ha fatto molto pensare a noi giovani (e non solo) che dal sud molto spesso ci spostiamo al nord per lavorare, ed anche se qui troviamo tantissimi vantaggi, sentiremo sempre la mancanza del nostro paese natio e dei nostri cari. Questa è una mia piccola riflessione, a cui non tutti quelli che leggono il romanzo pensano, ma credo che sia anche il motivo per cui ho amato tantissimo Nord e Sud e leggerò sicuramente altro della Gaskell. 

Se avete deciso di leggere questo romanzo per la storia d'amore che vi è all'interno, vi prego di non faro perché essa costituisce solo la millesima parte di quello che l'autrice ha da raccontarvi. Aprite la vostra mente, siate pronti a riflettere sul più piccolo dettaglio che la Gaskell vi proporrà. Ecco questo è il modo giusto per approcciarsi a Nord e Sud, a cui io attribuisco ben 4 penne.






Un bacio dalla vostra contessa e alla prossima!

sabato 25 febbraio 2017

Orgoglio e Pregiudizio story: Jane Austen

Cari amici, qualche settimana fa Susy del blog I miei magici mondi mi ha chiesto se volevo partecipare ad un evento che riguardasse uno dei libri preferiti da noi lettrici, cioè Orgoglio e Pregiudizio. Ovviamente, dopo averla ringraziata per aver pensato di proporre questa iniziativa carinissima proprio a me, ho subito accettato e visto che oltre ad amare questo meraviglioso romanzo, adoro ancora di più la sua autrice, ho deciso di parlarvi in questo post della mitica zia Jane Austen. 
Prima di andare a discutere di questa straordinaria scrittrice, però, vi elenco tutti gli appuntamenti precedenti di Orgoglio e Pregiudizio story, tenuti dalla mie brillanti colleghe blogger:



Gli Alberi da Libri - Presentazione
The Avid Reader - Ambientazione
La Spacciatrice di Libri - Perché tutti amiamo Darcy
The Book Lawyer - Lizzie e Darcy
Some Books Are - Film tratti dal libro



Dopo avervi spiegato tutto ciò che c'è da sapere su questo meraviglioso evento, possiamo finalmente parlare della nostra cara zia Jane, cercando di focalizzarci su quelli che sono gli avvenimenti più importanti della sua vita e le curiosità di questa autrice che tutti noi amiamo. 

La vita e l'odio per Bath

Jane Austen nacque nel 1775 a Stevenson, un villaggio dello Hampshire dove il padre era il pastore della chiesa. Questa donna non lasciò mai l'Inghilterra che amò per sempre, ma nonostante ciò vi fu un luogo in cui non si senti assolutamente a suo agio, sto parlando di Bath. Anche se in quest'ultima la Austen ha ambientato diversi romanzi come  Persuasione, ed è il posto in cui oggi si trova il Jane Austen Center, zia Jane non desiderava vivere lì perché la riteneva troppo rumorosa, caotica e particolarmente frivola. Infatti, c'è da dire che Bath all'epoca era una città alla moda che molti frequentavano solo per ostentazione. 


Tom Lefroy



Chi ha visto almeno una volta "Becoming Jane" il film che racconta la vita di Jane Austen con protagonisti Anne Hathaway e James McAvoy, non può non aver sperato fino all'ultimo che il matrimonio tra l'autrice di Orgoglio e Pregiudizio e Tom Lefroy avesse luogo, anche se già sapevamo che la loro storia d'amore non fosse destinata ad avere un lieto fine. Nella realtà Jane e Tom si incontrarono a Stevenson durante le vacanze di natale del 1795, durante le quali lui fu ospite dagli zii. Secondo il contenuto di alcune lettere di Jane, pare proprio che tra i due ci fosse un flirt in corso , ma la situazione economica di Tom impedì che la relazione andasse avanti. Infatti, Lefroy dipendeva completamente da suo zio che gli pagava gli studi per farlo diventare avvocato, quindi all'epoca in cui conobbe Jane, Lefroy non aveva un suo patrimonio e dovette rinunciare all'idea di poter sposare una donna come la Austen che non possedeva nessuna dote. Voglio aggiungere un'altra cosa a questo proposito, alla fine del film che ho menzionato sopra, scopriamo che Tom ha chiamato una delle sue figlie Jane. C'è chi ha voluto vedere questa scelta come un tributo al suo amore giovanile, ma ahimè non è così! Difatti la suocera di Lefroy si chiamava appunto Jane ed era consuetudine all'epoca dare i nomi dei genitori ai propri figli. 


La proposta di matrimonio accettata e poi rifiutata

Nel 1805 Jane e la sorella Cassandra si recarono a Manydown a trovare le sorelle Bigg. Qui trovarono anche il fratello Harris Bigg-Wither che propose a zia Jane di sposarlo, lei sul momento accettò ma poi decise di rifiutare l'offerta e di lasciare Manydown. Sua nipote, Caroline Austen, diversi anni dopo cercò di spiegare il no di sua zia affermando che Harris Bigg fosse un uomo molto rozzo, robusto e di certo non aveva un bell'aspetto. Non occorre quindi spiegare perché la Austen decise di non sposarlo. Caroline, stimò molto sua zia per aver fatto questa scelta, perché anche se lei e Cassandra non avevano nulla di proprio e con quel matrimonio avrebbe potuto godere dei beni materiali del signor Bigg, decise di rifiutarlo perché non lo amava, anche se questo voleva dire restare zitella per tutta la vita. 

George Austen: il fratello dimenticato

Come sappiamo Jane fu molto legata a sua sorella Cassandra in compagnia della quale trascorse tutta la sua vita. La Austen aveva, però, ben otto fratelli di cui uno non viene mai menzionato nelle sue lettere e neanche nella sua biografia che scrisse il nipote James Edward Austen Leigh. Sto parlando di George Austen, il secondogenito del reverendo Austen e di sua moglie Cassandra. George nacque il 26 agosto del 1766 e i genitori si accorsero fin da subito della presenza di qualche handicap mentale, anche se viene descritto dalla madre in una lettera come un ragazzo dolce, buono e per niente aggressivo. La signora Austen aveva avuto già un caso del genere in famiglia, infatti suo fratello era affetto da handicap mentali e come si usava allora fu affidato a qualche famiglia che a pagamento si prendeva cura di lui, probabilmente la stessa sorte toccò a suo figlio. La figura di George è presente in "Becoming Jane", infatti è proprio lui che attraverso il suo linguaggio cerca di far riconciliare Jane e Lefroy quando incontrano quest'ultimo durante una passeggiata tra fratelli, ve lo ricordate?




Come è morta zia Jane?

La causa della morte di Jane Austen è stata sconosciuta fino al 1964, quando secondo le descrizioni dei sintomi che la scrittrice avvertiva e riportava nelle sue ultime lettere, fu riscontrata una malattia chiamata Morbo di Addison, cioè: "una rara malattia che colpisce la corteccia delle ghiandole surrenali, diminuendo o anche azzerando la sua funzionalità". Questa sembra essere la causa più valida, ma nel tempo si è parlato anche di altro come la tubercolosi e la leucemia. Insomma, sulla morte di questa grande autrice non abbiamo nessuna notizia certa, quello che però mi va di condividere con voi è un pezzo della lettera della nipote dell'Austen, Caroline, in cui descrive l'ultimo suo incontro con zia Jane: 

"Era rinchiusa in camera sua, ma disse che ci avrebbe visto volentieri, e andammo da lei. Era in vestaglia ed era seduta in poltrona proprio come un'invalida, ma si alzò e ci salutò con molta gentilezza, e poi, indicando le sedie che erano state sistemate per noi accanto al fuoco, disse, "C'è una sedia per la signora sposata, e uno sgabellino per te, Caroline." È strano, ma queste parole scherzose sono le ultime che ricordo di lei, perché non ho serbato memoria di nulla di ciò che fu detto nella conversazione che naturalmente seguì. 
Ero rimasta colpita dal cambiamento che c'era stato in lei. Era molto pallida, la voce era debole e bassa, e sembrava debilitata e sofferente; ma mi è stato detto che non ebbe mai dei veri dolori. 
Non era in grado di fare lo sforzo di chiacchierare con noi, e la nostra visita nella stanza della malata fu molto breve. La zia Cassandra ci fece presto andar via. Credo che non restammo per più di un quarto d'ora, e non rividi più la zia Jane".


Scusate se mi sono dilungata tanto, ma era impossibile trattare la vita di questa grande donna in un solo post. Spero comunque di avervi incuriosito e di essere riuscita a raccontarvi qualcosa che non sapevate dell'adora zia Jane. Prima di lasciarvi vi ricordo che chi commenterà tutte le tappe (o quasi) di Orgoglio e Pregiudizio story, potrà ricevere una copia digitale del romanzo. Domani non perdetevi l'appuntamento con il blog La mia caotica libreria di Lucia che vi parlerà della Famiglia Bennet e Darcy.  

Un bacio e alla prossima!




venerdì 24 febbraio 2017

5 cose che...: 5 posti in cui un lettore ama leggere



Buongiorno lettori, oggi come ogni venerdì ospito la rubrica "5 cose che.." creata dal blog Twins Books Lovers (se siete interessati ad avere maggiori informazioni su questa iniziativa cliccate QUI). Il tema di questa settimana è "5 luoghi in cui noi lettori amiamo leggere" ed io adoro questa scelta anche perché, grazie al mio fidanzato fotografo, ho degli scatti che riguardano proprio dei posti in cui ho adorato rilassarmi e leggere i miei romanzi preferiti. Quali sono? Eccoli:


A letto


Non so voi, ma io amo poter sfogliare i miei libri e lasciarmi andare al relax più assoluto stando comodamente sdraiata a letto. Ovviamente preferisco farlo d'inverno con un'abbondante tazza di tè da sorseggiare, la mia borsa dell'acqua calda e ricoperta da un imprecisabile numero di coperte. Passerei tutte lo giornate uggiose e fredde in questo modo. 


Davanti al camino




Purtroppo non ho un camino in casa, ma quando sono da amici o da familiari che ne hanno uno, cerco sempre di ritagliarmi un piccolo momento per poter tirare fuori dalla mia borsa un libro (ne porto sempre uno con me) e leggere davanti alle fiamme ardenti e al calore che più mi piace. Questo significa che quando avrò una casa tutta mia il camino dovrà esserci per forza!


Accanto alla finestra


Avete presente quelle classiche casi inglesi che dispongono di una specie di divanetto proprio accanto alla finestra? Beh, io lo adoro! Ne vorrei tanto uno in casa mia, ma purtroppo non ne ho. Però ho provato l' "ebbrezza" di poter leggere un libro proprio davanti ad una finestra. In questa foto sono a Budapest in un hotel a 5 stelle (regalo graditissimo del mio fidanzato) e pur non essendoci un vero e proprio divanetto accanto alla finestra vi era, però, un bel po' di spazio per accomodarsi, godersi la luce del giorno e leggere un libro. Ovviamente ho colto al volo questa occasione.


Immersa nel verde



Se d'inverno amo leggere comodamente nel mio letto, d'estate e in primavera preferisco sdraiarmi nel verde tra fiori, alberi e sonori uccellini e godermi così la compagnia del mio libro. In questa foto sono nel parco della "Reggia di Caserta", una delle meraviglie della mia città che vi invito a visitare.


In treno



Qualche tempo fa ho scritto un post dove spiegavo perché noi lettori amiamo leggere in treno, potete leggere tutti i motivi QUI, ma se volete una piccola anteprima posso dirvi che ha a che fare con sogni e mondi da scoprire. Il viaggio in treno e i libri hanno molte cose in comune.

Spero vi sia piaciuto questo post che vi parla anche un po' di me, un bacione dalla vostra contessa e alla prossima!




giovedì 16 febbraio 2017

Le fiabe tra fantasia e realtà: Cenerentola

Cari amici, oggi inauguro una nuova rubrica che mi piace da morire e spero sarà anche di vostro gradimento. Tutto parte dalla mia considerevole curiosità di scoprire le fiabe autentiche che poi la Disney ha trasformato in grandi successi. Non so se lo sapete, ma quelle scritte dai fratelli Grimm, Andersen ed altri autori sono completamente diverse da quelle abbiamo amato guardandole al cinema e in tv. Esse sono tutt'altro che uccellini canterini, magia e amore, ma anzi spesse volte possiamo trovare anche elementi piuttosto macabri e violenti. Spero di avervi incuriosito, perché per iniziare questa rubrica ho scelto una delle storie più amate, qualche indizio? Principe azzurro, scarpetta, zucca e topini? Si, sto parlando proprio di Cenerentola! La versione che analizzeremo oggi è quella dei fratelli Grimm ed è parecchio particolare. Per andare al succo della questione vi propongo tutte le differenze che ci sono tra la fiaba scritta da questi autori e quella realizzata dalla Disney:




Il padre di Cenerentola non è morto

Nella fiaba dei fratelli Grimm, Cenerentola rimane orfana di madre, ma non di padre! Anzi, lui in qualche modo sarà un vero e proprio alleato della matrigna e delle sorellastre, tanto da non voler addirittura autorizzare il principe a vedere sua figlia e a farle provare la scarpetta ritenendo che lei sia "piccola e brutta". Ah, le sorellastre non sono volgari e di mediocre bellezza come le Anastasia e Genoveffa che conosciamo, ma "belle e bianche di viso" anche se "brutte e nere di cuore".


Niente fata madrina, topolini e zucca

Nel cartone animato della Disney, Cenerentola ha come alleati tanti topolini e la sua fata madrina. Qui gli unici animali che troviamo sono delle tortore e delle colombe che la giovane fanciulla chiama in aiuto quando la sua matrigna le promette che le concederà il permesso per recarsi al ballo solo se raccoglierà tutte le lenticchie che lei stessa ha gettato nella cenere. Nonostante l'aiuto di questi uccellini, l'antagonista della storia non le permetterà di recarsi al grande evento organizzato dal principe. A questo punto, però, non aspettiamoci l'arrivo della fata madrina, personaggio completamente assente nella fiaba dei Grimm. Infatti, Cenerentola si rivolge all'albero che proprio lei ha piantato accanto alla tomba della madre, pronunciando queste parole "alberello datti una scrollata, fammi d'oro e d'argento tutta agghindata". Così dal nulla un uccellino le porgerà uno splendido abito adatto per l'occasione.



Non uno, ma ben 3 balli

Il ballo non è unico, ma Cenerentola si reca ben 3 volte presso il palazzo reale, dove incanta il principe e scappa da lui prima che qualcuno possa riconoscerla. La prima volta si getta in una colombaia, la seconda fugge nell'orto dietro casa e la terza volta perde la scarpetta che rimane attaccata alla scala del castello che il principe aveva fatto ricoprire di pece. 


La scarpetta rosso sangue

Ecco, qui troviamo il primo elemento macabro. Quando il principe si reca a casa di Cenerentola per far misurare la scarpetta alle giovani che vivono in essa, succede qualcosa di veramente incredibile. La prima sorellastra misura la scarpa e pur di farsela entrare (su consiglio della madre) si taglia il suo dito più grande. Il principe inizialmente crede sia la ragazza giusta da sposare, ma poi passando accanto all'albero magico di Cenerentola, due colombelle gli suggeriscono di notare il sangue che c'è sulla scarpina e di tornare indietro a prendere la ragazza giusta. La stessa cosa accade quando l'altra sorellastra pur di sposare il principe decide di tagliarsi un pezzo di calcagno, fino a quando non sarà Cenerentola a calzare la scarpetta e il principe la riconoscerà come sua sposa. 



Le sorellastre accecate


Eccolo il nostro amato lieto fine, certo solo per Cenerentola però! Infatti, la protagonista della storia sposerà il principe, ma le sue sorellastre se la passeranno proprio male. Durante il matrimonio due colombe cavarono gli occhi alle due cattive sorelle di Cenerentola e i Grimm concludono in questo la storia "Così rimasero per tutta la vita cieche, come punizione della loro cattiveria". 



La trovate troppo dura come storia? Di, certo non è adatta ad un pubblico di bambini, ma a me piace tantissimo!

Fatemi conoscere la vostra opinione, un bacione e alla prossima fiaba :)






lunedì 13 febbraio 2017

Perché noi donne rincorriamo i bad boys, ma amiamo le poesie d'amore




Cari amici, si avvicina san Valentino e l'amore è nell'aria. E' partita la ricerca dei cioccolatini più buoni, dei ristoranti con i menù a forma di cuore e della frase più romantica da postare su facebook. C'è chi crede che questo giorno non abbia nulla a che vedere con l'amore, quello vero intendo, ma che sia solo usato come facciata, per poter dimostrare gli altri che anche noi possiamo essere amati da qualcuno. Che sia o non sia così lo faccio decidere a voi, quella che invece volevo affrontare in questo post è una riflessione davvero importante. Noi donne diciamo di amare l'amore da favola, affermiamo di volere il principe azzurro che ci chieda di sposarci il giorno di san Valentino e ci compri un milione di rose rosse (rigorosamente dispari, perché se sono pari portano sfortuna!), amiamo leggere poesie d'amore e tutte vorremmo essere corteggiate da un uomo che ci dedichi i nostri versi preferiti. E poi, poi che facciamo? Andiamo dietro agli stronzi! Scusate, se utilizzo una parolaccia per indicare il genere di uomini che interessa a noi donne, ma dovete riconoscere che non c'è termine migliore per definire questa categoria, ma andiamo a descriverla meglio. Per "stronzo" si intende l'uomo che non deve chiedere mai, quello che dice sempre di NO ai tuoi SI, quello che ti azzittisce solo con il suo sguardo sensuale, quello che ti fa svegliare alle 7 del mattino, anche se di solito prima delle 12 tu non sai neanche che giorno è, e tutto questo perché lui può vederti solo a quell'ora. Poi dopo averti usata, riempita di chiacchiere e illusa, ti scarica da un giorno all'altro per un giocattolo nuovo di zecca, cioè un'altra rincoglionita come te. 

Ma non mentiamo care amiche, noi lo sappiamo fin troppo bene quando incontriamo un uomo a che categoria appartiene ed anche se ci rendiamo conto che fa parte della fazione degli stronzi, noi non lo disdegniamo, anzi ce lo "accolliamo". I motivi per cui lo facciamo sono tantissimi. Prima di tutto noi amiamo ricoprire il ruolo delle crocerossine, perché ci piace assumerci il compito di "salvare" i belli e dannati dal loro passato di stronzi, di mangiatori di donne, ma soprattutto perché vogliamo essere riconosciute come le uniche e sole a cui dopo tanti NO hanno detto SI. Qualche fortunata ci riesce (vedi la signorina Steele che si sposa con il maniaco sessuale di turno), ma tante altre rimangono fregate e si rendono conto troppo tardi di aver sprecato il loro prezioso tempo con una persona che non lo meritava. Ancora dobbiamo sottolineare il fatto che noi donne odiamo la monotonia, abbiamo bisogno del dramma nella nostra vita, perché uno che ci scrive poesie, ci dedica serenate e ci ama per quello che siamo, ci può andare bene per un anno, ma poi? Iniziamo a lamentarci con le amiche con frasi del tipo "Che noia, "X" è sempre la solita solfa!", "X non capisce che è troppo dolce, mi ha stufata", "Perchè X non mi tradisce con un'altra?". No, forse quest'ultima cosa non la diciamo, ma pensiamo certamente qualcosa di simile, perché l'amore senza sofferenza non è amore! Questo è ciò che pensiamo, questo è quello a cui ci hanno abituato i romanzi, ma perché Renzo riesce a sposare facilmente Lucia? Lizzie si innamora da subito di Mr Darcy? Mr Rochester non ha forse un'altra moglie? Se pensiamo a ciò, capiamo anche con chi dobbiamo prendercela per i nostri particolari gusti in campo amoroso.

Insomma donne, possiamo perderci la ragione e rifletterci fino alla fine dei nostri giorni, ma sappiamo che non cambieremo mai. E voi uomini romantici, affascinanti e dolci, non demordete perché prima o poi ci accorgeremo della vostra esistenza!

sabato 11 febbraio 2017

[Segnalazione]: Unbreakable Hearts di Ella Smith

Buon sabato cari amici, sapete che io sono sempre dalla parte degli autori emergenti e per quanto posso cerco di dare loro un po' di visibilità. Oggi è il caso di un'autrice e del suo nuovo romanzo, che potrete acquistare su diverse piattaforme online. Ecco tutte le informazioni sulla sua opera:



Genere: Fantasy
Autore: Ella Smith
Anno di pubblicazione: 2016
Titolo: Unbreakable Hearts






Sinossi: C'è sempre stato un alone di innocenza attorno ad Estella Fray, nonostante il suo mondo sia tutto tranne che innocente. Suo padre, i suoi amici e lei stessa, appartengono ad un mondo oscuro dove la morte e la vita sono solo una linea sottile che puntualmente viene superata per poter sopravvivere. Estella è un vampiro, vive a New York; Kit è il figlio del vampiro che per primo si è ribellato al regno di Hanry, Benjamin. Da allora, l'odio e il desiderio di vendetta hanno sempre intaccato i loro rapporti. Ma quando un giorno, una nuova minaccia spunta dall'ombra con la chiara intenzione di uccidere Hanry e Benjamin, Kit ed Estella non hanno altre alternative se non quella di sposarsi. Vincolati da un contratto e costretti a convivere per dimostrare una pace che in realtà è lontana dalle loro reali intenzioni, scopriranno che i loro cuori non sono così infrangibili come credevano.


Link per acquistare il romanzo di Ella Smith:



 


Mi raccomando dategli un'occhiata e non ve ne pentirete! Un abbraccio dalla vostra contessa!


venerdì 10 febbraio 2017

5 cose che: 5 personaggi dei libri che abbiamo odiato





Buongiorno cari amici, come ogni venerdì oggi vi parlerò della rubrica "5 cose che.."ideata dal blog Twins Books Lovers (se volete info su questa rubrica o volete partecipare anche voi cliccate QUI). Vi è mai capitato di leggere un libro e di odiare talmente tanto un personaggio da desiderare di eliminarlo dalla storia? A me tantissime volte. Così oggi vi parlo proprio dei 5 personaggi più cattivi, antipatici e odiosi che ho trovato all'interno dei libri. 


Cime Tempestose - Catherine Earnshaw


Molti mi odieranno per questa scelta, ma io sono così, un po' contro corrente. Tenuto conto che amo molto di più i romanzi di Charlotte Bronte rispetto a quello della sorella, c'è da dire che io ho odiato profondamente Catherine Earnshaw. Perché? La mia domanda per voi è perché no? E' lamentosa, petulante, viziata da morire. Un minuto prima ama Heathcliff e quello dopo sposa un altro. Questo solo perché il suo fratellastro non è all'altezza, non è un suo pari. E dov'è l'amore? Dov'è la passione che ti spinge ad amare una persona contro tutto e contro tutti? Meno male che sei morta cara Catherine, se no avrei chiuso il romanzo e non ne avrei più continuato la lettura.










L'ombra del vento - Il commissario Fumero

Questo è un libro che ho amato tantissimo e che consiglio a tutti voi di leggere (Trovate la recensione Qui). C'è solo una nota negativa: il commissario Fumero. Tralasciando che in generale si tratta di un uomo folle e sconsiderato, che prova gioia nell'uccidere gli uomini, io non lo sopporto soprattutto perché perseguita quel grande uomo di Fermin. Quest'ultimo è uno dei miei personaggi preferiti de L'ombra del vento, un uomo dal pronunciato senso dell'umorismo e che sarà sempre pronto a dare preziosi consigli a Daniel Sempere. Insomma io odio così tanto Fumero, perché provo un amore sconsiderato per Fermin.








Divergent - Peter


Se si parla di odiosità non si può non menzionare lui: Peter. Fin da quando Tris entra a far parte degli Intrepidi lui non fa altro che metterle i bastoni tra le ruote con le sue offese gratuite. Per non parlare di quando diviene un alleato di Jeanine durante la ribellione. Meno male che Tris e Quattro si prenderanno qualche rivincita su questo ripugnante personaggio.





Emma - Emma Woodhouse

Tutti voi sapete che io sono una grandissima fan di Jane Austen, ma tra tutte le eroine che questa grande scrittrice ha creato ce n'è una che proprio mi riesce di amare, sto parlando di Emma. Quest'ultima è l'unica delle protagoniste femminili di zia Jane ad essere ricca, bella e corteggiata da tutti, ma non è questo il problema! Il fatto è che Emma è troppo superba e crede di conoscere tutti i segreti dei suoi amici e di essere tanto intelligente da comprendere le cose prima degli altri. Ovviamente non è così, infatti Emma commette tanti di quegli errori che finalmente capisce di dover scendere dal piedistallo su cui si era collocata lei stessa e di imparare a riflettere prima di giungere a conclusioni troppo affrettate.








L'amante di Lady Chatterley - Clifford Chatterley


Un personaggio che proprio non sopporto è quello di Clifford Chatterley. Un uomo per il quale contano solo la miniera e la filosofia e che finge di non sapere che una donna ha bisogno anche del piacere fisico oltre che di quello mentale. La cosa che poi non riesco a tollerare è che per avere un erede a tutti i costi, spinge la moglie tra le braccia di un altro uomo e glielo dice così, semplicemente, come se fosse una cosa normale. Nonostante ciò L'amante di Lady Chatterley costituisce una lettura molto interessante, quindi se volete saperne di più su questo libro trovate la mia recensione Qui.








Spero che le mie scelte vi siano piaciute e aspetto di conoscere le vostre. Un abbraccio dalla vostra contessa!

mercoledì 8 febbraio 2017

6 motivi per cui Mr Darcy è il nostro uomo ideale

Cari ragazzi, stamattina mentre cercavo di leggere Orgoglio e pregiudizio in lingua originale in giardino e in compagnia della mia Blair (la mia amica a 4 zampe che vedete nella foto), riflettevo sul perché Mr Darcy sia così tanto amato da noi lettrici. Allora ho cercato di darmi una risposta e di pensarci un po', ed ecco che ho stilato una lista di 6 motivi per i quali  Mr Darcy incarna il nostro uomo ideale.




1- Mistero

Diciamo la verità mie care amiche, l'uomo senza mistero a noi proprio non piace! A questo proposito dobbiamo dire che Mr Darcy dimostra di esserne avvolto fin da quando lo incontriamo per la prima volta, cioè durante il ballo organizzato da sir Lucas dove si presenta insieme a Mr. Bingley, con la sua presunzione e la sua aria da uomo vissuto. Per non parlare della questione di Wickham, chi aveva creduto nella buona fede di Darcy? Io fin da subito perché WIckham non mi è mai piaciuto!


2- Soldi, soldi, soldi!

"I soldi non fanno la felicità", si è pur vero, ma dobbiamo anche dire che sono molto utili! Elizabeth non è la tipa da sposarsi per denaro e nel romanzo lo sottolinea anche, quando dice "Soltanto il vero amore potrà condurmi al matrimonio, ragion per cui rimarrò zitella". Certo, però, che la rendita di Darcy e Pemberley, sono un incentivo a far accettare Darcy come genero da Mr e Mrs Bennet e soprattutto chi non vorrebbe vivere nella sua enorme e incantevole dimora? Io, si!




3- Le dichiarazioni d'amore

A parte le meravigliose dichiarazioni d'amore che Darcy dedica a Elizabeth, quello che vorrei sottolineare qui è che lui non è un uomo estroverso e non è abituato ad esprimere i suoi sentimenti, ma si sforza perché ama Lizzie a tal punto da cercare le parole, da scriverle una lettera e da scusarsi. Questo è il vero amore secondo me, che non è fatto solo di parole strappalacrime e di frasi fatte, ma di emozioni vere e di reazioni spontanee. Darcy ha fatto una fatica enorme ad esprimere i suoi sentimenti, ma c'è riuscito e lo ha fatto con grande stile.


4- Un fratello amorevole

Noi donne, si sa, ci facciamo conquistare dalla tenerezza. Insomma, un uomo che accarezza, coccola, vizia e protegge a tutti i costi la sua famiglia, a noi fa impazzire! Questo è il caso di Darcy, che adora follemente la sua sorellina Georgiana: riesce a strapparla dalle grinfie di Wickham prima che sia troppo tardi, le compra un piano, l'abbraccia e quando è lontano le fa sentire la sua presenza attraverso delle dolcissime lettere. Chi non vorrebbe un fratello così? Io no, lo vorrei come fidanzato!



5- Contro tutti

Darcy sceglie Elizabeth contro tutti: contro la zia Lady Catherine de Bourgh, che vorrebbe vederlo sposato con la cagionevole figlia, contro la stessa Elizabeth che nutre forti pregiudizi contro la sua persona e contro la mediocrità della famiglia Bennet. Nonostante ciò decide di non reprimere i suoi sentimenti, ma di esprimerli e di combattere per prendersi ciò che vuole. E ci riesce e certo se ci riesce!


6- L'ha creato Jane Austen


Amiche, dobbiamo ammetterlo. In fin dei conti Darcy ci piace così tanto perché non è un personaggio reale, ma è stato creato dalla penna di una donna, che sapeva esattamente cosa volevano le donne, cosa vogliamo noi. Un uomo che ci sfidi, che ci difenda, ci sostenga e ci metta sempre al primo posto e a tutto questo aggiunge anche quell'ingrediente in più che è il mistero.




Detto questo care amiche (e amici), mettiamoci l'anima in pace, un uomo così al mondo non esiste e non credo esisterà mai. Quindi, quando avrete nostalgia di un vero e proprio principe azzurro, aprite le pagine di "Orgoglio e Pregiudizio" e tra le sue pagine preparatevi ad incontrare e sognare il nostro caro Mr Darcy.

E voi, perché lo amate tanto? Fatemelo sapere! Un bacio enorme dalla vostra contessa e a presto :)

lunedì 6 febbraio 2017

Lolita di Vladimir Nabokov

Cari amici, vi è mai capitato di acquistare un libro con tanto entusiasmo, ma di lasciarlo poi sullo scaffale per diverso tempo perché non avete il coraggio di aprirlo? A me è successo con il romanzo che vado a recensire oggi, ma niente paura prima o poi il momento giusto arriva, in un modo o nell'altro. In questo caso, il momento giusto lo ha scelto per me la mia amica Silvia, una ragazza davvero in gamba che conosce 5 lingue e sta scrivendo una tesi in russo su Lolita di Nabokov. Una mattina ci siamo viste in facoltà e lei mi ha raccontato vita, morte e miracoli di questo romanzo e mi ha detto "Anna, chiedimi tutto quello che vuoi, perché tanto io so anche quanti capelli ha in testa Lolita" e no, cari lettori, non scherzava. Silvia ha spulciato ogni edizione, ha visto qualsiasi film tratto dall'opera di Nabokov e letto qualsiasi sceneggiatura con protagonista Lolita. Insomma, mi ha fatto venire l'acquolina in bocca, mi ha incuriosita e mi ha tenuta sulle spine, così che una volta passato lo stress della tesi e della discussione, mi ci sono completamente dedicata. E di questo devo ringraziarla infinitamente perché probabilmente se non ci fosse stata lei a spingermi tra le braccia di Nabokov, questo atipico classico della letteratura sarebbe ancora sugli scaffali della mia libreria a prendere polvere. Ecco, la scheda. 




Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Casa editrice: Adelphi
Pagine: 383
Prezzo: 11,00 euro
Citazione preferita: "... e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo".

Trama: Il quarantenne professore di letteratura francese, Humbert Humbert, dopo un matrimonio fallito si trasferisce nella piccola cittadina di Ramsdale del New England per dedicarsi completamente alla scrittura della sua opera. Affitta una stanza da Charlotte Hanze, una vedova che ha una figlia dodicenne di nome Dolores. Humbert è molto attratto da questa bambina che lui definisce "ninfetta", cioè sessualmente matura per la sua età. Così quando Charlotte gli dichiara di amarlo, il professore decide di sposarla per stare il più vicino possibile alla piccola Lolita (uno dei tanti soprannomi che le sono attribuiti). Nella seconda parte del romanzo un evento tragico porterà Humbert Humbert e Lo ad intraprendere un viaggio che li renderà molto intimi e li condurrà verso un'avventura davvero particolare.






"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita".


Anche chi non ha letto Lolita penso che conosca perfettamente quest'incipit, che solo a riscriverlo mi provoca dei brividi lungo la schiena. Iniziamo subito con il dire che il romanzo di Nabokov non racconta semplicemente la storia di un pedofilo, ma di un uomo fragile che sa di infliggere del male, ma non riesce a farne a meno, perché per lui la sua ossessione è ninfa vitale. Sappiamo che Humbert ha subito un trauma all'età di 13 anni, in quanto la prima ragazzina che ha amato e con cui ha condiviso le prime esperienze sessuali, si è spenta poco dopo l'estate che avevano trascorso insieme. Questo ci fa capire il motivo per cui il protagonista di quest'opera di Nabokov sia totalmente attratto da queste "ninfette", termine entrato nel gergo quotidiano subito dopo l'uscita del film di Kubrick, tratto da questo romanzo. Prima, però, dell'incontro con Dolores, Humbert provava solo desiderio sessuale per queste ragazzine, non considerandole poi un granché, ma usandole solo come oggetto, con Lolita però cambia tutto. Lo è un esserino speciale, che cerca di attirare continuamente l'attenzione di Humbert, facendo dispetti a sua madre, giocando con lui e intrufolandosi nel suo studio ogni volta che può. Il professore è completamente rapito da questa ragazza, tanto da diventarne geloso e possessivo: le vieta di uscire con i suoi coetanei, di intrattenersi con le amiche oltre l'orario di scuola ed inizialmente anche di recitare nella commedia scolastica. Nonostante ciò, la ama profondamente, certo di un amore pazzo e violento, ma sempre di amore si parla. Questo si riscontra soprattutto nella parte finale, quando in nome di Lolita, non solo Humbert si macchierà di un orrendo delitto, ma capirà che il suo cuore batte ancora per lei, anche se ormai è cresciuta, ha superato il metro e cinquanta e non è più una ninfetta. 

"... anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come  quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato... anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua voce rauca, Lolita mia".


Voglio parlare, però, anche dell'altra protagonista di questo romanzo e cioè Lolita. Devo dire che personalmente non l'apprezzo molto. Si, è vero, ne ha passate tante, ha sofferto e continuerà a farlo per il resto della sua vita, ma non riesco comunque a vederla come la vittima della situazione. Lo è una ragazzina matura per la sua età e per matura intendo sessualmente. Provoca Humbert, si butterà tra le sue braccia e si rotolerà tra le lenzuola con lui, per sua scelta. E sempre per sua scelta finirà a letto con un altro uomo più grande di lei, che a sua detta sarà l'unico a farla "impazzire" davvero. So che è una ragazzina, so che Humbert avrebbe dovuto condurla sulla giusta strada, rifiutando le sue avances, ma lui è un uomo malato e lei, a parte la sua giovane età, non ha scuse. Con questo non voglio giustificare il professore, ma di certo non patteggio per la piccola Lo. Lolita non è una redenta, non si pente degli errori fatti neanche una volta cresciuta, è sempre lei, un po' cresciuta, un po' più alta e occhialuta, ma sempre la trasgressiva e controcorrente ragazzina di un tempo. Invece, in Humbert una sorta di cambiamento l'ho riscontrato nel fatto che, pur sapendo che la sua Lo non è più una seducente bambina, ma ormai è una donna, lui la vorrebbe comunque al suo fianco per tutta la vita, così come è. 

Infine, vi consiglio di guardare (rigorosamente dopo la lettura del romanzo), il film del regista Adrian Lyne tratto dall'opera di Nabokov. Probabilmente vedere certe scene che avrete solo letto fino a quel momento, vi farà rabbrividire, però ne vale la pena perché riprende il romanzo in tutte le sue parti e l'ho trovato molto utile per cercare di capire un po' di più i punti più bui del libro. 

Insomma ragazzi, il voto che do a Lolita è di 5 penne, perché è un romanzo violento, introspettivo e che mi ha dato l'opportunità di riflettere su un tema così ostico come la pedofilia.



 Se lo possedete, leggetelo e non ve ne pentirete! Un bacione dalla vostra contessa :)

venerdì 3 febbraio 2017

5 cose che..: 5 libri per 5 canzoni



Buon pomeriggio amici, oggi è venerdì ed è quindi il giorno dedicato alla rubrica "5 cose che" ideata dal blog Twins Books Lovers (se volete info su questa rubrica o volete partecipare anche voi cliccate QUI).  Il tema di questo primo venerdì di febbraio è "5 libri per 5 canzoni", cioè noi blogger partecipanti attraverso la nostra play list personale dobbiamo collegare ad una canzone un libro che essa ci fa venire in mente. Pronti a conoscere le mie scelte? Eccole!



1- Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons


Leningrado, estate 1941. Tatiana e Dasha sono sorelle e condividono tutto, perfino il letto nella loro casa affollata, in cui vivono con i genitori e i nonni. Dasha ha un nuovo fidanzato e non vede l'ora di presentarlo a Tatiana, ma un annuncio alla radio manda di colpo in pezzi la loro serenità: il generale Molotov comunica che la Germania ha invaso la Russia. E' iniziata la guerra.

Tatiana, uscita per fare scorte di cibo, incontra Alexander un giovane ufficiale dell'Armata Rossa. Tra loro nasce un'attrazione irresistibile, ma non sanno che il loro amore è proibito. Tra morte, passione e odio si consuma la guerra, chi sopravviverà a tutto questo?





Questo romanzo ormai ve lo ripropongo sempre, ma spero che così vi convincerete a leggerlo. La canzone che mi ricorda la storia di Tatiana e Alexander è Stay with me di Sam Smith, perché anche quando i due protagonisti saranno lontani Tatia chiederà sempre al ricordo di Shura di restare con lei, di non abbandonarla perché prima o poi torneranno insieme. 



 "Soldato, lascia che ti accarezzi il viso e baci le tue labbra, lasciami urlare attraverso i mari e sussurrare attraverso i prati ghiacciati della Russia quello che sento per te... Luga, Ladoga, Leningrado, Lazarevo... Alexander, un tempo ora mi hai portata, e ora io porto te. Nella mia eternità, ora io porto te.

Attraverso la Finlandia, attraverso la Svezia, fino in America con le mani tese, mi ergerò e mi farò avanti, destriero nero che galoppa senza cavaliere nella notte. Il tuo cuore, il tuo fucile, mi conforteranno, saranno la mia culla, la mia tomba.
Lazarevo stilla il tuo essere nel mio cuore, goccia d'alba al chiaro di luna, goccia del fiume Kama. Quando mi cerchi, cercami là, perché là sarò tutti i giorni della mia vita."


2- Espiazione di Ian McEwan


All'età di 13 anni. in un caldo giorno dell'estate del 1935, Briony Tallis sente di essere diventata una scrittrice. La sera stessa, accusando di un crimine odioso un innocente, commette l'errore che la segnerà per tutta la vita. Eppure la giornata era iniziata sotto i migliori auspici: la commedia da mettere in scena, i cugini arrivati dal nord e il fratello Leon con un amico era atteso da Londra. Soltanto la sorella maggiore Cecilia impensieriva Briony, con quel suo misterioso rapporto che la legava a Robbie Turner, il figlio della loro donna di servizio. Tutti i personaggi entrano in scena, ma nella commedia della vita, non ci sono prove prima della recita e ogni gesto assume un carattere definitivo. Presto, sarà troppo tardi per fermare la macchina dell'ingiustizia e la guerra arriverà a spazzare via il vecchio mondo con le sue raffinate ipocrisie.




Questo libro mi ha fatta piangere, urlare e mi ha decisamente sconvolta. Ma l'amore di Robbie e Cecilia mi ha intenerita e fatta sperare in un bel lieto fine. 
Mentre tutti quando ascoltano Photograph di Ed Sheeran pensano ad "Io prima di te", a me invece torna in mente la promessa che Cecilia fa a Robbie, quella di aspettarlo perché lui tornerà. Ed canta "And I won't ever let you go, wait for me to come home".





"Ti aspetterò era una frase semplicissima. La ragione per cui lui era sopravvissuto. Era un modo comune per dire che avrebbe rifiutato tutti gli altri. Solo te. Torna da me".










3- Le notti bianche di Dostoevskij




Protagonista del racconto è la figura del sognatore, nella cui esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, irrompe per un breve attimo la giovane Nasten'ka. Simbolo del pulsare delle emozioni, Nasten'ka offrirà per la prima volta al sognatore scampoli di vita vera, finché una sua lettera, con l'annuncio delle proprie nozze, non lo "risveglierà" per riportarlo al suo destino di illusioni. Sullo sfondo di una Pietroburgo deserta e quasi magica, si inserisce l'intenso dialogo tra i due protagonisti, pure voci, la cui identità è l'oggetto stesso delle loro riflessioni e della loro autocoscienza.







Questo breve racconto l'ho letto una notte di un paio di anni fa e mi sono completamente identificata nella figura del sognatore. Se la tua realtà non ti piace usa la fantasia, se senti che la tua vita è vuota colmala con i sogni. Il protagonista di quest'opera è un uomo che ha solo solitudine nella sua vita, ma durante alcune notti incontra Nasten'ka che gli illumina l'esistenza e gli mostra che i sogni possono avverarsi. "Le notti bianche" mi ricorda tanto la canzone di uno dei miei autori preferiti, scomparsi troppo presto, purtroppo: Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco. 
E canto da sola "Mi sono innamorata di te, perché non potevo più stare sola. Il giorno volevo parlare dei miei sogni, la notte parlare d'amore".

                                                                                                                                                                                                                                        "Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! E' forse poco per colmare la vita di un uomo?"


4- L'ultima lezione di Randy Pausch

                                                                                 



L'ultima lezione è il libro che l'informatico della Carnegie Mellon University di Pittsburgh per raccontare ai suoi figli tutto quello che voleva loro sapessero della sua vita e soprattutto per fornire loro dei consigli utili che avrebbero potuto utilizzare dopo la morte del padre. Infatti, Paush aveva ricevuto la notizia che avrebbe avuto pochi mesi di vita a causa di un cancro al pancreas.                                                                                  







La lettura di questo libro me l'ha consigliata il mio fidanzato ed io, a mia volta, la consiglio a tutti voi. Paush mi ha fatta comprendere realmente qual è il senso della vita e qual è il senso che noi le attribuiamo. Certe volte le diamo troppo poco valore, la sprechiamo e quando ce ne rendiamo conto è davvero troppo tardi. "L'ultima lezione" mi fa venire in mente A mano a mano di Rino Gaetano per 2 motivi. Prima di tutto perché questa canzone è stata scelta come colonna sonora del film di Ozpetek "Allacciate le cinture" che parla di una donna che sta lottando contro una brutta malattia che gli fa ripercorrere tutta la sua vita compresi errori e sbagli e vi sono molti punti in comune con il romanzo di Pausch. In secondo luogo per via di una strofa della canzone che dice "A mano a mano ti accorgi che il vento ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso. La bella stagione che sta per finire, ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore". Per me "la bella stagione" di cui si parla nella canzone fa chiaramente riferimento alla vita, che prima o poi finisce e per questo bisogna sempre cercare di cogliere il momento, di fare tutto quello che vorremmo, perché poi indietro non si può più tornare.





"Sto morendo e mi diverto. E ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che mi resta. Perché non c'è altro modo di vivere".




5- Persuasione di Jane Austen



                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Persuasione è l'ultimo romanzo completo di Jane Austen e narra le contrastate vicende di due giovani, Anne, figlia di un Lord e Frederick, ufficiale di marina. I due si amano, ma la ragazza presto si lascia persuadere dalla famiglia a rinunciare all'innamorato di natali troppo umili. Frederick scompare per 7 anni; quando torna è un uomo ricco e influente, ma ancora pieno di rancore per essere stato abbandonato da Anne. Costei ormai donna, si rende conto di averlo sempre amato, e solo dopo lunghi tentativi riuscirà a superare l'ostilità e il risentimento dell'uomo.




Questo tra i romanzi di Jane Austen è quello che amo maggiormente, forse anche più di Orgoglio e pregiudizio. L'amore di cui si parla è totale e maturo, perché nonostante siano trascorsi tanti anni e tanti malintese, Anne e Frederick, non hanno mai smesso di amarsi e di aspettarsi. Questo romanzo mi fa pensare ad una delle mie canzoni d'amore preferite: Ti sento di Ligabue.

“Non posso più ascoltare tacendo. Devo parlarvi con i mezzi che ho a disposizione. Voi mi trafiggete l’anima.Io sono tra l’agonia e la speranza. Non ditemi che è troppo tardi, che questo prezioso sentimento è svanito per sempre. Vi offro di nuovo il mio cuore, vi appartiene ancor più di quando otto anni e mezzo fa voi quasi me lo spezzaste. Non dite per carità che l’uomo dimentica più della donna, che il suo amore è più rapido a morire. Non ho mai amato nessuna all’infuori divoi. Posso essere stato ingiusto, forse debole e offeso, ma incostante mai. Solo voi mi avete condotto a Bath. Penso e faccio progetti solo per voi. Non ve ne siete accorta? Possibile che non indoviniate i miei desideri? Non avrei atteso neanche questi dieci giorni se avessi conosciuto i vostri sentimenti. Devo andare senza conoscere il mio destino ma tornerò qui o vi seguirò non appena possibile. Una parola, uno sguardo saranno sufficienti a farmi entrare in casa di vostro padre questa sera o mai più”.



Ecco terminate le mie scelte, spero vi siano piaciute. Un bacione enorme e a presto!