sabato 19 marzo 2016

Caro papà, ti scrivo...

Caro Papà, quando ero solo una bambina non sapevo dirti che ti volevo bene, allora prendevo un foglio e una matita, disegnavo i nostri volti felici, le nostre mani intrecciate come se fossero una sola. 
"Tu sei il mio principe azzurro, l'uomo della mia vita", affermavo e tu pur sapendo che non si trattava d'altro che di una bugia dell'infanzia, mi prendevi sulle spalle e dichiaravi "tu sei solo mia e nessuno ti toccherà mai.".
Ero uno scricciolo, ma tu già mi amavi, mi guardavi con gli occhi pieni d'orgoglio e mi facevi sentire come la cosa più preziosa del mondo. Non avevo paura di niente, perché sapevo che c'eri tu a proteggermi, a guidarmi, a dirmi che quella cosa era giusta, mentre l'altra era completamente sbagliata. 
Poi sono cresciuta e si sa, l'amore non è bello se non è litigarello.
Abbiamo discusso per molte cose, papà: la scuola, il coprifuoco, le gonne troppo corte e quell'amica che proprio non ti andava giù, ma mi hai lasciata sbagliare. Ho commesso tanti errori, ma tu non me ne hai ricordato neanche uno, anzi mi hai aiutato a rialzarmi offrendomi una seconda possibilità e hai creduto in me. Perché è facile dire ai propri figli che stanno facendo scelte sbagliate, la cosa difficile è offrirgli una spalla su cui piangere e poi rimboccarsi le maniche insieme a loro, per rimediare a ciò che hanno fatto.
Ho dei sogni complicati e tu lo sai bene papà, all'inizio neanche tu capivi la mia ostinazione per quel futuro che tu vedevi solo di un colore: grigio, come le incertezze che poteva darmi. Poi hai avvertito la mia passione, i miei sacrifici e mi hai sostenuta, perché hai capito che la vita non è solo concretezza, ma anche aspirazione, felicità.
Caro papà, adesso sono diventata grande, ma ho ancora bisogno di te. Perché tu sarai per sempre il mio supereroe, la mia ancora di salvezza, il mio primo Uomo.

Ti voglio bene, auguri Papà <3










giovedì 17 marzo 2016

Perchè leggere un libro rende felici

Torno dall'università, dopo ore di lezione sono stanca e distrutta. Mi reco in palestra per allenarmi, torno a casa, mi faccio una doccia, mi rilasso e apro un libro.
                                         
   STOP

Finalmente il mondo si ferma, ci sono solo io, il divano, la coperta e soprattutto uno dei miei nuovi amici a righe e parole: un romanzo. 

La prima cosa che noto è il colore. Lo sfondo bianco è quello che preferisco, perché è vago, accende la mia immaginazione, tanto da invitarmi a disegnarci sopra qualcosa e da fare una scommessa con l'autore. Se riuscirò ad indovinare almeno qualche particolare della trama, avrò un vantaggio su di lui. 
Inizio a sfogliarne le pagine, a respirarne l'odore. No, non sono pazza, i libri hanno un odore ed anche bello forte. Non mi riferisco a quello di parole stampate, ma ad un odore che evoca cose: epoche passate o future, vicende sconosciute, incanto, razionalità, bellezza, verità.
Scorro tutte le pagine fino alla fine, voglio conoscere il loro numero, così da sapere quando la storia che sto "vivendo" sta per giungere al termine ed essere pronta a dirgli addio.
Leggo i nomi dei personaggi, perché mi dicono sempre qualcosa su di loro. Quelli composti da poche sillabe, mi fanno sempre pensare che nascondino qualcosa. I nomi corti mi piacciono, perché sono pieni di cose da scoprire, quelli lunghi invece si sono già svelati, rispondono all'evidenza ed io ne so qualcosa.
Di solito le storie che amo di più sono quelle che hanno pochi protagonisti, perché sono raccontati al meglio e non creano confusione. Alla fine del romanzo non resto con i miei soliti dubbi, tipo: "ed ora che farà Tizio?", "avrà superato le sue paure?",  "cosa gli riserverà il futuro?" e via discorrendo. Un lettore con i dubbi è un lettore pericoloso, non ci dormirà la notte, potrà "stalkerare" l'autore (se fosse ancora in vita) o addirittura cambiare  finale alla storia. Insomma, cari scrittori vi dò un consiglio, meglio utilizzare pochi personaggi, ma buoni, se no rischierete di farci perdere la testa.
Finalmente mi accingo a leggere il primo capitolo, ecco incontro lei, la scrittura. Subito mi accorgo se l'autore ha tanto da dire o se per dar vita al suo racconto gli son bastate poche parole. 
Lo ammetto, ho un debole per i romanzi chilometrici, dove c'è tanto da dire, anche dopo aver girato l'ultima pagina. Io li chiamo "inesauribili". In quelli piccoli ci sto davvero stretta, quasi mai rispondono alle mie esigenze e aspettative, finisce sempre che resto delusa e mi trovo tra le mani troppi interrogativi a cui nessuno può più rispondere.

Voi direte, fai tutto questo quando leggi un libro? Si, faccio tutto questo, ma soprattutto una cosa che faccio è rendermi felice. 

Un libro rende felice perché è un modo di dire basta allo scorrere lento e problematico della vita. E' una scusa per prendersi del tempo per sé, per vestire i panni di un'altra persona, avere un altro volto e vivere una vita nuova.

Leggere ti cambia la vita.







sabato 12 marzo 2016

I pesci non chiudono gli occhi di Erri de Luca #ibc16


Cari lettori, scusate la mia assenza, ma sono super presa dall' Italian Book Challenge ed ogni minuto "vuoto" della mia vita, lo sto riempendo con le letture di questo magnifico concorso. E' davvero divertente, cercare libri da collegare alle diverse categorie e così scoprire nuovi colori, nuovi autori, pagine, sfumature, insomma la felicità! 
Oggi vi presento un romanzo che ho incontrato durante questo nuovo "percorso" che sto affrontando, insomma un nuovo amico che ho aggiunto alla mia libreria.



Titolo: I pesci non chiudono gli occhi
Autore: Erri De Luca
Anno di pubblicazione: 2010
Edizione: Universale Economica Feltrinelli
Prezzo: 7 euro
Pagine: 115
Categoria IBC16: 8 - Un libro che abbia meno di 150 pagine
Citazione preferita: "Continuavo a leggere qualche giornaletto illustrato, ma di più i libri che mi riempivano il cranio e mi allargavano la fronte. Leggerli somigliava a prendere il largo con la barca, il naso era la prua , le righe onde. Andavo piano, a remi, qualche parola non capita la lasciavo stare, senza frugare nel vocabolario. In attesa di intenderla, restava approssimata. Dovevo arrivarci da solo, definirmela attraverso altre occasioni, a forza di incontrarla."

Trama: Un uomo di 50 anni torna a ripercorrere la sua vita, specialmente la sua infanzia. A 10  si scopre l'amore, l'amicizia, ci si procurano le prime ferite, il dolore e il peso delle scelte si inizia a sentire. Una vera e propria autobiografia scritta con passione e spontaneità.



Lettori, non so se avete già letto qualche romanzo di De Luca, ma ciò che posso dirvi assolutamente è che lui non delude mai. 

"I pesci non chiudono gli occhi", mi ha fatto ripensare alla mia infanzia.


"L' infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta nello stesso corpo di marmocchio inceppato delle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori. Tenevo dieci anni. Per dire l'età, il verbo tenere è più preciso. Stavo in un corpo imbozzolato e solo la testa cercava di forzarlo."



Così come De Luca, anche io era una bambina persa nel suo mondo fatto di libri, leggevo tanto sotto l'ombrellone, come il ragazzino che ritrovate in queste pagine, che nell'estate dei suoi 10 anni, impara a pescare, "aiuta" sua madre a prendere una decisione importante, ma soprattutto incontra per la prima volta, l'amicizia e l'amore.

Ad un certo punto, tra queste pagine Erri, ci parla anche della propria modalità di lettura. L'autore, legge lentamente, pesando ogni parola, quasi come se volesse digerirla e farla propria. 

"Sbalordivo che si potesse leggere tutt'un libro in un giorno. Sulle righe passo lento anche adesso, vado a piedi rispetto a chi legge a velocità di bicicletta."

  

Il mio modo di leggere è completamente differente da quello di De Luca, ho un'andatura veloce, forse troppo, perché voglio divorare tutte le lettere, i punti, le virgole ed anche le righe vuote, in cui cerco di aggiungere quello che non è ancora accaduto, ma sono sicura accadrà. Nonostante ciò, mi ha fatto davvero piacere che l'attore abbia deciso di condividere con i suoi lettori, un momento così intimo, quello della lettura. Me lo immagino, seduto su una poltrona, con le gambe accavallate, fermo sulla stessa pagina da circa 10 minuti, mentre affronta con minuzia tutte le parole che verranno.

Come già detto in precedenza, il piccolo De Luca in queste pagine entra per la prima volta in contatto con l'amore. Un sentimento a lui prima di allora sconosciuto, che riscontra solo negli adulti e la cui natura non gli è decisamente chiara. 

".. sei innamorato di me?
- Si dice così? E' cominciato dalla mano, che si è innamorata della tua. Poi si sono innamorate le ferite che si sono messe a guarire alla svelta, la sera che sei venuta in visita e mi hai toccato. Quando sei uscita dalla stanza stavo bene, mi sono alzato dal letto e il giorno dopo ero al mare.
- Allora ti piace l'amore?
- E' pericoloso. Ci scappano ferite e poi per la giustizia altre ferite. Non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, e sotto lo rimescola. Non lo so se mi piace."


 Vedrete che questo romanzo vi porterà ad avere nostalgia del passato, non solo di tutte le cose belle che avete vissuto, ma anche delle brutte esperienze che vi hanno insegnato tanto e che purtroppo non torneranno più indietro. 

Insomma, "I pesci non chiudono gli occhi"  è un libro che vi terrà compagnia per un'oretta, un libro con poche pagine, ma sostanziose, che avranno il potere di riportarvi indietro nel tempo.

Allora, amici lettori, vi piace il romanzo che ho scelto per questa categoria? Voi per cosa avreste optato? Sono curiosa di leggere i vostri consigli e magari prenderli come spunto per le mie prossime letture. 
Un bacione e buon week end :)






domenica 6 marzo 2016

Ecco i vincitori del Giveaway!

Buona domenica a tutti voi, ieri si è concluso il giveaway, così oggi scoprirete i nomi dei vincitori che in  breve tempo saranno contattati da me e riceveranno i due libri messi in palio dal blog.

Quindi non perdiamo tempo, ecco i 2 vincitori:

1) Il vincitore del primo libro, "Se fossi qui con me questa sera" di Sara Tessa è: ANNA PERILLO











2) Il vincitore del secondo libro, "Una famiglia quasi perfetta" di Jane Shemilt è: MICHELA MARTORELLI 

  




Grazie a tutti voi che avete deciso di partecipare e complimenti alle vincitrici. Alla prossima e buona domenica di lettura!