sabato 28 gennaio 2017

Le più belle frasi di Orgoglio e pregiudizio

Cari lettori, ieri ho comprato un'altra copia di orgoglio e pregiudizio edita dalla Rizzoli. Ha una copertina rigida bianca, con sopra stampate delle teiere e delle tazze molto british ed infine ha un segnalibro (un cordoncino bianco) al suo interno. Non vedevo l'ora di mostrarvela, ma non sapevo che lo avrei fatto molto presto. Infatti, oggi 28 Gennaio 2017 Orgoglio e Pregiudizio compie 204 anni! Per festeggiare questo nuovo traguardo del mio romanzo preferito, ho deciso di raccogliere in questo post le frasi più celebri e più belle che esso contiene. Pronti? Eccole:



"È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie.
Per quanto al suo primo apparire nel vicinato si sappia ben poco dei sentimenti e delle opinioni di quest'uomo, tale verità è così radicata nella mente delle famiglie dei dintorni, da considerarlo legittima proprietà dell'una o dell'altra delle loro figlie".



"Non è proprio l'indifferenza verso il resto del mondo l'essenza del vero amore?"  





"Poche sono le persone che amo veramente e ancora meno quelle che stimo. Più conosco il mondo e più rimango insoddisfatta; e ogni giorno che passa conferma la mia opinione sull'inconsistenza del carattere umano e sul poco affidamento che si può fare su quel che sembra merito e intelligenza".


"Non vi è piacere uguale a quello della lettura. Tutte le cose vengono a noia; un libro no".

"L'immaginazione di una donna corre sempre: dall'ammirazione passa all'amore, dall'amore al matrimonio, tutto d'un salto".



"Quand'è cominciato?” domandò. “Posso ben capire che, una volta nato, il sentimento abbia preso facilmente piede: ma che cosa ti ha fatto innamorare inizialmente?”
Non saprei dire l'ora, il luogo, lo sguardo o le parole che segnarono l'inizio: accadde tutto troppo tempo fa. Comunque, mi ci trovai nel mezzo prima di sapere come fosse cominciato".


"Solo il vero amore mi condurrà all'altare, ragion per cui rimarrò zitella".

"Devi imparare un po’ della mia filosofia: del passato bisogna ricordare solo quello che ci dà gioia".



"Ho lottato invano, non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti, lasciate che vi dica con quanto ardore vi ami e vi ammiri".

"L'orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli che tra noi non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità - reale o immaginaria - che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vana. L'orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi".

"Si struggeva dal desiderio di sapere cosa si agitasse in quel momento nell'animo di lui, in che modo egli pensasse a lei e se, ad onta di tutto, gli fosse ancora cara. Forse era stato gentile perché si sentiva a suo agio, eppure c'era stato quel non so che nella sua voce che non somigliava ad un senso di agio. Non avrebbe saputo dire se, vendendola, egli avesse provato più una gioia o più un dolore, ma quel ch'era certo era che non l'aveva veduta con animo indifferente".

"Così si sentiva umiliata  e afflitta e piena di rimorsi, pur non sapendo precisamente neanche lei per cosa. Cominciava a desiderare la stima di lui, ora che non ci poteva più sperare: avrebbe voluto avere sue notizie, ora che non c'era più probabilità di averne. Ebbe la certezza che con lui sarebbe stata felice, ora che non era più probabile che si incontrassero".



Ecco le mie citazioni preferite tratte da questo romanzo. Sono curiosa di sapere quali sono le vostre! Se vi fa piacere potete lasciarmele nei commenti. Un bacione dalla vostra contessa!

venerdì 27 gennaio 2017

5 cose che..: 5 libri per non dimenticare "La Giornata della Memoria"




Cari lettori, oggi è venerdì e come ogni venerdì ci ritroviamo per la rubrica "5 cose che" organizzata  dal blog Twins Books Lovers (se volete info su questa rubrica o volete partecipare anche voi cliccate QUI). Ho aderito a questa bella iniziativa che consiste nel fare una lista di 5 cose su un tema ben preciso, che si stabilisce settimana per settimana. Oggi, venerdì 27 Gennaio abbiamo scelto un tema che ci sta molto a cuore cioè, il Giorno della Memoria. Purtroppo non tutti si ricordano che in questo giorno si commemorano le vittime dell' Olocausto, in quando il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Per dare una scossa a tutti coloro che ne sanno davvero troppo poco riguardo questa pagina così triste dell'umanità, noi blogger abbiamo deciso di proporre una lista di 5 libri che abbiano la resistenza, lo sterminio degli ebrei e la violenza dell'olocausto per tema. Ecco le mie 5 scelte:




L'amico ritrovato di Fred Uhlman 




Questo commovente romanzo tratta dell'amicizia tra due ragazzi Konradin e Hans, quest'ultimo di origine ebrea. I due stringeranno un legame molto forte, ma nel momento in cui Hans si renderà conto che Konradin non vuole fargli conoscere la sua famiglia perché sua madre odia gli ebrei, il loro rapporto sarà compromesso. Nonostante ciò, Hans non dimenticherà mai Konradin, soprattutto una volta che la seconda guerra mondiale sarà terminata.










Storia di una ladra di libri di Markus Zusak

“Si dice che la guerra è la migliore amica della morte, io invece vorrei offrire un diverso punto di vista su tutto questo. Per me la guerra è come il nuovo capo che chiede l’impossibile.”

A narrare la vicenda di Liesel Meminger è la morte. La protagonista di questo romanzo viene data in affidamento ad Hans e Rosa Hubermann, per via del fatto che la sua madre naturale è una comunista e deve lasciare la Germania per scappare dalle persecuzioni naziste.In questo periodo Liesel, intreccerà un legame molto forte con il suo vicino di casa, Rudy Steiner e rivelerà ad Hans di essere analfabeta, così che lui le insegnerà a leggere il Manuale del Becchino, che la ragazza aveva rubato durante il funerale del fratello, ed altri libri che riuscirà ad acquistare per lei. Da quel momento Liesel svilupperà una passione viscerale per i libri, che le permetterà anche di salvarsi la vita.






Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani


Vi segnalo questo libro che mi è capitato di leggere per un esame dell'università, ma che ho apprezzato molto. Si tratta di una raccolta di racconti tutti ambientati a Ferrara durante un periodo compreso tra la Seconda guerra mondiale e il dopoguerra. In questo particolare caso, vi consiglio la lettura del racconto "Una lapide in via Mazzini", in cui l'autore descrive la storia di Geo Josz, deportato nel 1943 a Buchenwald insieme ad altri membri della comunità israelitica che tutti avevano ormai considerato morti, ma mentre un operaio sta fissando una lapide commemorativa in loro onore, si accorge che vi è un superstite: Geo Josz. A questo punto Bassani, ci fa comprendere come sia dura ricominciare dopo un'esperienza così drammatica, perché anche se è un miracolo essere sopravvissuti all'orrore dell'Olocausto, tornare alla vita di tutti i giorni non è affatto semplice. 







Il diario di Anna Frank



In questo giorno non si può non rileggere almeno una pagina di questo famoso diario. Ogni volta che lo apro mi vengono i brividi, ripenso a tutti i sogni e i desideri di questa ragazzina, che sono stati spazzati via con una violenza inaudita. Lei era una di noi, una ragazza con un diario in cui appuntava tutta la sua vita, una ragazza che è diventata immortale.









Se questo è un uomo di Primo Levi




Non c'è bisogno che io aggiunga parole su quest'opera. Appena pensiamo alla Shoah e alla persecuzione degli ebrei ci sovviene subito alla mente "Se questo è un uomo", che Levi ha scritto proprio come testimonianza di questo tragico avvenimento storico.
















Dopo aver elencato le mie 5 scelte, voglio comunque lasciarvi con una poesia che amo molto, è di Joyce Lussu e mi capita di rileggerla ogni 27 Gennaio. 


C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
‘Schulze Monaco’.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.




Per non dimenticare....




martedì 24 gennaio 2017

Recensione: Eva Luna di Isabel Allende

Cari lettori, buon martedì a tutti, come state? Spero tutto bene. Io continuo imperterrita a sguazzare nei libri e sono già quota tre per questo mese (la sola cosa bella della disoccupazione) ed oggi non vedo l'ora di parlavi dell'ultimo letto. Ecco la scheda:


Titolo: Eva Luna
Autore: Isabel Allende
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 266
Prezzo: 8, 50 euro
Citazione preferita: "La realtà è un guazzabuglio, non è possibile soppesarla o decifrarla, perché tutto accade contemporaneamente. Mentre lei ed io parliamo qui, alle sue spalle Cristoforo Colombo sta scoprendo l'America e quegli stessi indiani che lo accolgono sui vetri della finestra, sono sempre nudi nella foresta, a poche ore da questo ufficio, e lo saranno ancora tra cent'anni. Io tento di farmi strada nel labirinto, di mettere un po' di ordine fra tanto caos, di rendere l'esistenza più tollerabile. Quando scrivo racconto la vita così come a me piacerebbe che fosse".

Trama: Eva Luna è una bambina, figlia di diseredati, che viene abbandonata fin da piccola e destinata come tanti suoi simili al mestiere di serva. Eva, cresce in un mondo oppresso dalla dittatura e divorato dall' ingiustizia, ma lei lo affronta e lo trasforma con la fantasia. La bambina diventa una meravigliosa donna che grazie alla sua forte personalità e alla sua spiccata immaginazione, riesce a cavarsela e a sopravvivere fino a che la realtà  non si costruisce a misura del desiderio. "Eva Luna" è una grande storia d'amore, ma anche un quadro d'ambiente e un romanzo d'avventura.

"Eva Luna" è il secondo romanzo dell'Allende che leggo dopo "La casa degli Spiriti" e devo dire che questa autrice non finisce mai di stupirmi. Credo che potrei leggere tutti le sue opere di fila, ma non mi annoierebbe mai, perché ha sempre tante e diverse storie da raccontare e questo fa si che i suoi libri siano l'uno completamente diverso dall'altro. 

Eva Luna è una donna come vorrei esserlo io: sua madre muore, la sua Madrina le trova lavoro come serva per poi intascarsi i suoi soldi e prima o poi è costretta a lasciare tutti i luoghi nei quali finalmente trova la felicità, perché vi accade sempre una qualche disgrazia. Ma nonostante ciò non perde il sorriso, si rimbocca le maniche ed ogni volta riesce a sopravvivere e lo fa con grande stile. 
La cosa che amo di più di questo personaggio è la sua abilità a trasformare sempre la realtà con le sue storie e i suoi racconti che realizza prendendo spunto da fonti sempre diverse: i fotoromanzi, la tv, la radio, il giornale e soprattutto i suoi ricordi. Eva ama sognare ad occhi aperti e le sue fantasie le porta nella realtà, perché così si vive meglio e la speranza non l'abbandona. Anche l'amore assume forme completamente diverse da quelle che noi conosciamo. Riad Halabì è il primo uomo che  tocca Eva, colui che si prenderà la sua virtù, ma la ragazza continuerà a vederlo come quel padre che non ha mai avuto, come quell'uomo che giocava a scacchi con lei, la portava al cinema per mano e che le voleva bene come se fosse la sua bambina. Per quanto riguarda Huberto Naranjo, appena ho incontrato questo personaggio ho pensato potesse essere il grande amore di Eva, ma invece è solo un illusione, solo un uomo che non le può dare tutto quello che lei vuole, perché ama la guerra, i suoi soldati ed odia il governo. Eva sarà la sua spalla, la sua complice, ma non avrà mai il suo cuore, perché Rolf Carlè è il prescelto. Un coraggioso e giovane giornalista che pian piano la conquisterà, perché sono simili loro, sono orfani e se fino ad allora se la sono sempre cavata da soli nella vita, almeno adesso saranno in due.  

Altri personaggi che meritano di essere citati sono Mimì ed Elvira. La prima Eva la incontra, inizialmente quando è una bambina e si trova nella casa della Signora a cui l'ha affidata Huberto Naranjo per toglierla dalla strada, e poi la incontrerà di nuovo una volta tornata nella capitale dopo aver abbandonato Riad Halabì e il villaggio di Agua Santa. Mimì, inizialmente è un uomo che vuole cambiare sesso, si trova intrappolato in un corpo che non lo appartiene e non vede l'ora di trasformare la sua vita, cosa che riesce a fare. Quando Eva la ritrova dopo anni ormai è una donna a tutti gli effetti, l'unica cosa virile che gli è rimasta è il sesso che ha tra le gambe, ma ciò non scoraggia gli uomini che la corteggiano e la vogliono come amante. Mimì sarà la sorella maggiore di Eva, la ospiterà nella sua lussuosa casa e le comprerà una macchina da scrivere per fare in modo che la ragazza possa vendere i suoi racconti e diventare una vera e propria scrittrice. Il suo personaggio è uno dei miei preferiti, perché nonostante le sofferenze e i soprusi riesce nel suo intento, diventando un'attrice di fotoromanzi e una vera Donna. 
Elvira è, invece, una signora di mezza età che Eva incontra a casa della sua prima datrice di lavoro: una donna matta e che rimprovera sempre la sua servitù senza alcun motivo in particolare, tanto che la protagonista del romanzo dopo l'ennesima sgridata subita, si infuria talmente tanto da strapparle la parrucca che porta sulla testa. Elvira resterà sempre in contatto con Eva, tanto che quest'ultima la designerà sua Nonna e la amerà per sempre e  chiederà a Mimì di farla vivere con loro nella capitale. Elvira ha, però, una strana mania: si porta sempre dietro una bara e a volte dorme pure all'interno di essa. Questa cosa mi ha divertita tantissimo, soprattutto per via del fatto che quando, durante un nubifragio che colpirà la città, Elvira si accuccia a riposare all'interno del suo feretro, riuscendo così a sopravvivere, decide poi di buttare quell'oggetto perché non vuole che gli salvi la vita di nuovo. Assurdo non credete? No, sono le invenzioni dell'Allende ad essere spettacolari.

Mi sono dilungata fin troppo, aggiungo solo che attribuisco 4 penne a questo romanzo, pieno di fantasia, di voci e di colori.

Spero decidiate di leggere presto questo romanzo dell'Allende o altri scritti da lei, perché prometto solennemente che non ve ne pentirete!

Un bacione dalla vostra contessa e a presto cari amici!





venerdì 20 gennaio 2017

5 cose che..: 5 libri in cui vorrei essere stata al posto della protagonista






Cari lettori, oggi vi presento una rubrica che seguirò ogni venerdì. Si chiama "5 cose che.." ed è stata ideata dal blog Twins Books Lovers (se volete info su questa rubrica o volete partecipare anche voi cliccate QUI). Ho aderito a questa bella iniziativa che consiste nel fare una lista di 5 cose su un tema ben preciso, che si stabilisce settimana per settimana. Oggi, venerdì 20, ogni blogger dovrà indicare 5 libri in cui avrebbe preso volentieri il posto della protagonista. Ecco i miei:





Elizabeth Bennet - Orgoglio e Pregiudizio


Lei sarà sempre la mia prima scelta, la mia "eroina" preferita. Ama leggere, è intelligente e sveglia, ma soprattutto incontra Mr Darcy e se lo sposa. D'altronde non siamo tutte innamorate di lui? Io perdutamente! Oltre a ciò, la cosa che amo di più di questo personaggio è il fatto che sa ricredersi e decide di dare un'altra possibilità a quell'uomo che inizialmente si dimostra presuntuoso ed arrogante, ma che in realtà ha un cuore d'oro.







Bathsheba Everdene - Via dalla pazza folla


Ho sempre apprezzato tanto il carattere di Bathsheba, soprattutto all'inizio del romanzo di Thomas Hardy, dove lei pur essendo povera non prende in considerazione l'idea di sposare il giovane fittavolo Gabriel Oak. La sua forza è la sua indipendenza e questo lo dimostrerà anche quando i ruoli si capovolgeranno e lei si troverà a prendere le redini della fattoria ereditata da suo zio, mentre Oak (che ha perso tutto in seguito ad una tempesta), diventerà un suo dipendente. Non vi dico come andrà a finire, leggete il romanzo e lo saprete!





Tatiana Metanova - Il cavaliere d'inverno



Chi mi segue da un po' sa quanto ho amato questo libro e sa anche che la protagonista di questa storia e tutt'altro che fortunata. Deve affrontare la guerra, perde la sua famiglia, muore di fame e per poco non ci lascia le penne anche lei. Però, comunque mi affascina il suo percorso di vita e soprattutto vorrei tanto avere il suo coraggio e trovare la forza di affrontare le difficoltà della vita come lei. E non solo, lei ha accanto a sé Alexander, un giovane soldato dalla vita travagliata, che guardando Tatiana da lontano seduta su una panchina a mangiare un gelato, se ne innamora e non lascia più andare. Se non ve l'ho già detto o anche se l'ho fatto, ve lo dico di nuovo: Leggetelo, leggetelo, leggetelo!











Jo March - Piccole donne

Lo scorso anno ho letto, anzi ho divorato, sia "Piccole donne" che "Piccole donne crescono" e mi sono ritrovata più volte nel personaggio di Jo. L'ammiro così tanto per la sua positività e la sua ironia e ci unisce soprattutto l'amore verso i libri. Probabilmente, però, io avrei sposato Laurie.










Una protagonista dei libri di Phillippa Gregory



Non ho ancora terminato tutti i libri della Gregory, ma attraverso le righe dei suoi romanzi a volte mi perdo a sognare e mi riscopro regina, imperatrice o ancora dama di corte. Lo so che molte non hanno fatto una bella fine, ma sono talmente affascinata da questo mondo che se ci fosse un contratto e dovessi scendere a patti per vivere anche pochi anni da regina, io lo firmerei. Non prendetemi per matta, ma le adoro tutte, anche se ho delle preferite: l'imperatrice Sissi, Mary Stuart e Elisabetta I. 



Ecco terminato il mio elenco e non vedo l'ora che sia venerdì prossimo per compilarne un altro. Sono tanto curiosa di leggere le vostre scelte,così che adesso corro subito a spulciare i vostri blog. Un bacione dalla vostra contessa ed a presto!




mercoledì 18 gennaio 2017

Recensione: Un uomo solo di Christopher Isherwood

Cari lettori, vi è mai capitato di leggere un libro al buio? A me si. Il mio fidanzato mi ha regalato per Natale, uno di quei libri che si possono acquistare alla Feltrinelli, detti proprio libri al buio. Perché? Semplice: la copertina è celata da una carta regalo color neutro che a sua volta è chiusa con uno spago e al si sopra di essa sono riportate poche parole che ci danno degli indizi sul tipo di libro che stiamo per scegliere. Insomma ci si lascia guidare dall'istinto. Appena l'ho avuto in regalo ho fatto i salti di gioia e l'ho scartato immediatamente. Cosa ci ho trovato? "Un uomo solo" di Christopher Isherwood.


Titolo: Un uomo solo 
Titolo originale: A single man
Autore: Christopher Isherwood
Anno di pubblicazione: 1964
Editore: Adelphi
Pagine: 149
Prezzo: 16,00 euro
Citazione preferita: "Lascia che ti dica una cosa Kenny. Non posso parlare per  gli altri, ma per quel che mi riguarda nulla mi ha fatto diventare saggio. Certo, siccome alcune cose mi sono già capitate, quando si ripresentano mi dico: ci risiamo. Ma non mi pare di nessun aiuto. Secondo me, io semmai sono diventato più stupido, anzi divento sempre più stupido: è un fatto."
"Senza scherzi professore. Non dice sul serio, vero? Non si sente più stupido di quando era giovane?
"Molto, ma molto più stupido"
Trama: George è un professore universitario inglese, non più tanto giovane che vive in California. In questo romanzo sono descritte le sue altre 24 ore senza Jim, il suo compagno morto in un incidente stradale. La sua giornata passa tra i sospetti dei vicini, la consolante vicinanza di Charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili e il desiderio per un corpo giovane appena intravisto, ma che forse è troppo tardi per toccare .




Probabilmente se non mi fosse capitato per caso tra le mani non avrei mai letto questo libro o difficilmente lo avrei fatto perché (ahimè) ne ignoravo l'esistenza. Appena ricevuto in regalo e ammirato la copertina (quelle dell'Adelphi sono tutte meravigliose), mi sono subito informata sul romanzo e sull'autore. Isherwood è uno scrittore affascinante, un inglese trasferitosi a Berlino, che ha soggiornato in Cina ed è emigrato in America. Il suo romanzo è uno dei più importanti della letteratura omosessuale e chi può scrivere di diversità e della realtà gay se non uno che ne fa parte?Isherwood, infatti, fu legato inizialmente al poeta britannico Auden (che poi divenne il suo migliore amico) e poi trascorse tutto il resto della sua vita con il pittore Don Bachardy.

Il romanzo è molto interessante e spinge a diverse riflessioni. Prima di tutto un uomo può vivere nella solitudine più assoluta? Può ricominciare la sua vita da zero dopo aver perso l'amore della sua vita?  Beh, George non lo sa, ma ci prova. Prova a vivere di nuovo dopo la scomparsa di Jim che gli aveva riempito l'esistenza con il suo amore e la casa con i suo animali, che poi George ha deciso di dar via dopo la sua scomparsa. Tutto ciò, però, non è semplice perché tutto gli fa pensare a lui. Dalla colazione la mattina, al silenzio intorno a lui e soprattutto le domande dei suoi vicini, che continuano a chiedergli che fine ha fatto il suo compagno e George si ostina a rispondergli che è andato via, che è tornato dalla sua famiglia. 

George è attorniato da figure che vengono solo abbozzate e presentate come delle istantanee che invece di palesarsi si sbiadiscono sempre di più. Charlotte, l'amica della coppia, disperata per via della sua separazione e dei figli che la fanno impazzire e che cerca sempre consolazione tra le braccia di George. Ma il protagonista del romanzo pensa che la consolazione non esista, che sia soltanto qualcosa inventato dagli scrittori e dagli autori di canzoni, per spingere le persone a credere nei sentimenti come l'amicizia e l'affetto. C'è poi l'ex compagna di Jim, che prima George odiava perché  costituiva un vero e proprio ostacolo per la sua felicità con il suo fidanzato, ma adesso prova solo pietà per lei, immobile in un letto di ospedale e prossima alla morte. Infine ci sono gli studenti di George, tutti diversi tra loro, tutti poco interessati alle parole del loro professore. Tranne Kenny, lui è diverso e George lo sa, ma lo scopre soprattutto quando se lo ritrova accanto a lui seduto al bar che si trova nei pressi di casa sua. Il professore e l'alunno: cosa c'è di più erotico? George e il suo giovane amico si ubriacano, si lasciano andare, fanno il bagno nudi e si ritrovano nello stesso letto, a casa del professore. Sarà un nuovo inizio? George non lo sa, ma sicuramente è una splendida conclusione per la sua ennesima giornata senza Jim.


La prima cosa che ho scoperto di questo romanzo è che da esso è stato tratto un film con protagonista Colin Firth, il mio attore preferito e per questo sicuramente lo vedrò. Questa cosa l'ho trovata un vero segno del destino e credo che l'istinto del mio fidanzato l'abbia portato a scegliere il libro adatto a me. Molti lettori ritengono che questa di Isherwood sia un'opera sulla diversità, ma io non sono d'accordo. Chi siamo noi per dire che qualcuno è diverso? Io sono del parere che la diversità esiste solo perché l'abbiamo creata noi, pensando che l'orientamento sessuale, quello politico o il colore della pelle conti qualcosa o abbia un peso diverso nella nostra vita. Sono convinta invece del fatto che la diversità esiste perché l'abbiamo creata noi e che non cesserà di esserci fino a quando continueremo a darle importanza.

Detto questo, leggete questo libro che vi condurrà sulla strada della riflessione e a cui attribuisco 4 penne, perché è assolutamente da LEGGERE!



martedì 10 gennaio 2017

Recensione: Legacy di Cayla Kluver

Buongiorno e buon pranzo cari lettori, oggi per allietare la prima settimana dopo le vacanze ho deciso di parlarvi della mia ultima lettura: Legacy di Cayla Kluver.




Titolo: Legacy
Autore: Cayla Kluver
Anno di pubblicazione: 2010
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: Il prezzo originario era 17,90 euro, ma su amazon e nelle grandi catene tipo Mediaworld potete acquistarlo attualmente ad un prezzo decisamente inferiore (trai 4 e i 6 euro).
Pagine: 467
 Trama: Alera è la giovane principessa di Hytanica, il suo diciottesimo compleanno si avvicina e con esso anche il momento in cui dovrà annunciare al suo popolo l'uomo che sposerà e che diventerà il nuovo re. La ragione di stato le impone di cedere al corteggiamento serrato del prescelto, il nobile e coraggioso Sheldor, ma Allera non riesce a rassegnarsi perché vorrebbe sposare l'uomo che ha rapito il suo cuore e la sua anima. L'unico problema? Il ragazzo amato dalla principessa viene da Cokyri, il paese nemico e il suo nome è legato ad una terribile maledizione, capace di distruggere il futuro di Hytanica. Soltanto lei potrà salvare il suo mondo e per farlo dovrà affrontare una dura battaglia interiore.




Mi sono imbattuta in questo romanzo un po' per caso, mentre studiavo i libri presenti sulle bancarelle del mercato cittadino e devo dire che la copertina di Legacy cattura davvero subito l'attenzione di tutti i lettori. Ne ho acquistata una copia a soli 4 euro, totalmente rapita dai colori sgargianti, dalle pagine consumate che danno l'idea di antico e dalle miniature contenute al suo interno (potete ammirarle nella foto sottostante).



Quello che, però, mi sono chiesta subito dopo averlo acquistato è: bisogna giudicare il libro dalla  sua copertina oppure no? Non avevo ancora letto il romanzo, ma ho deciso di andarlo a cercare su internet per farmi qualche idea. Le recensioni che ho trovato erano per la maggior parte negative e Legacy veniva etichettato come una storiella da 4 soldi. Nonostante ciò, ero molto incuriosita e non mi sono fatta scoraggiare dalle opinioni di altri blogger e internauti, perché volevo crearmene una mia. Ora che ho terminato Legacy posso dire che si tratta di una lettura piacevole e che la consiglio a tutti voi, se avete bisogno di staccare dal "troppo impegnato" e necessitate di qualcosa di un po' più leggero. 


Questo romanzo è stato scritto da Cayla Kluver, una ragazza della mia età che aveva un sogno e lo ha realizzato: scrivere un libro, anzi una serie di libri. Si, perché Legacy è solo il primo volume di una saga che comprende altri due opere: Alera e Sacrifice.

La protagonista di Legacy è Alera, principessa di un regno lontano che non ha scelto il suo destino, ma che comunque deve seguirlo e per farlo dovrà sacrificare la sua libertà. Ad aiutarla nel suo cammino irto di ostacoli c'è sua sorella Miranna, con la quale ha un ottimo rapporto e le sue guardie del corpo Destari e London. Quest'ultimo è il mio personaggio preferito, infatti, nonostante Alera finisca per tradirlo, lui la vorrà per sempre bene e cercherà di proteggerla come se fosse sua figlia. La figura più antipatica di questo romanzo è, invece, senza ombra di dubbio Steldor, arrogante, presuntuoso e saccente che ha tutte le donne del regno ai suoi piedi, tranne quella che vorrebbe sul serio, cioè Alera. Quest'ultima, detesta la sua presenza e cerca in tutti i modi di ignorarlo e allontanarlo da lei e dalla sua vita. L'unica nota positiva di Steldor è suo padre Cannan, capo delle guardie del re, un uomo tutto d'un pezzo che, però, dimostra la sua solidarietà alla principessa ereditaria, tanto da cercare di aiutare a convincere suo padre, il re, che Alera non è innamorata del figlio e che è un altro che deve sposare. Del ragazzo amato da Alera non voglio dirvi niente perché preferisco che lo scopriate pian piano da voi, ma quello che invece voglio sottolineare è che il finale non è per nulla scontato, anche perché come immaginerete sarà aperto visto che si tratta di una trilogia.

Onestamente non so se acquisterò il secondo volume di questa saga, magari trovandomelo davanti lo farò, ma a dir la verità non muoio dalla voglia di sapere come accadrà ad Alera e quale sarà il suo futuro. Nonostante ciò, non voglio sconsigliarvi questa lettura a cui attribuisco 3 penne, per via del fatto che ha saputo tenermi compagnia e perché apprezzo gli sforzi fatti da questa giovane ragazza che ne è l'autrice. 





Un bacione dalla vostra contessa e alla prossima!








lunedì 9 gennaio 2017

Reign: Mary Stuart, regina di Scozia e il suo "soggiorno" francese

Cari amici, oggi vi parlo di un telefilm storico che amo molto e che si sta avviando verso la  sua conclusione con la quarta ed ultima stagione che potremo vedere a metà febbraio: Reign.



Reign ha come protagonista Mary Stuart (Maria Stuarda per gli italiani), la regina di Scozia che da bambina è stata allontanata dal suo paese per crescere ed essere istruita in quello del suo futuro marito, Francesco I, re di Francia. Maria affronterà diversi ostacoli sul suo cammino, non solo quelli che conosciamo tutti perché insegnateci dalla storia (la morte di Francesco, sua cugina Elisabetta che vorrebbe unire sotto il suo potere Scozia e Inghilterra e i protestanti scozzesi che non vogliono sul trono una regina cattolica come lei), ma anche quelli che sapientemente gli sceneggiatori di questo telefilm hanno inserito al suo interno: il figlio "bastardo" di Francesco, i diverbi con la regina- madre Caterina de' Medici, la relazione amorosa prima con Sebastian de Poitiers (fratellastro di Francesco e figlio di Diana Poitiers) e poi con Luigi di Condè ecc..

Oltre a Maria (interpretata da Adelaide Kane), protagonista delle prime due stagioni è anche Francesco I (interpretato da Toby Regbo), un giovane ragazzo diventato adulto molto presto e pronto a prendere il posto di suo padre re Enrico II. Il rapporto tra Francesco e la sua consorte non sarà sempre idilliaco, ma tra alti e bassi i due si ameranno sempre e cercheranno di proteggersi l'uno con l'altra, tanto che quando Maria perderà suo marito (nel film la morte del re sarà un po' diversa dalla realtà), sarà straziata dal dolore e riuscirà a riprendersi con difficoltà.

Uno dei legami più belli e interessanti che nasce e si sviluppa in questa serie è quello tra Maria e Caterina de' Medici. All'inizio le due si guardano con sospetto, si studiano, si analizzano e si odiano di tanto in tanto. Fino a quando poi Maria non subirà una violenza grave che porterà la regina-madre ad avvicinarsi a lei ed a non allontanarsi più, anche quando suo figlio morirà. 

Ad aggiungere un po' di pepe a questa serie sono anche le 4 dame di compagnia della regina di Scozia che ne combinano delle belle: Lady Greer (la mia preferita); Lady Lola; Lady Kenna (che diventerà l'amante di re Enrico) e Lady Aylee. Oltre a loro vi anticipo la presenza di Claudia di Valois e il caro Leith, che è uno dei personaggi che apprezzo di più.



Perché amo così tanto questo telefilm? Prima di tutto perché parla di storia e si respira la storia e soprattutto perché tra soprusi, tradimenti, amore e seduzione non ci si annoia mai.

Per chi non avesse mai guardato questa serie, lascio qui sotto il promo della prima stagione con  i sottotitoli in italiano e mi raccomando, se deciderete di darmi retta, poi fatemi sapere anche cosa ne pensate!
Un bacio dalla vostra Contessa!





venerdì 6 gennaio 2017

5 motivi per cui non tutti possono diventare scrittori

Ciao a tutti cari lettori e buona epifania! Oggi vi parlo di una questione che mi sta molto a cuore e che riguarda il mestiere di scrittore. Tanti miei familiari e amici continuano a pormi la stessa identica domanda da anni: "Scrivi così bene, perché non pubblichi un libro?" ed io puntualmente rispondo affermando che scrittori non ci si può improvvisare. Così, in questo post ho deciso di approfondire il discorso, ma voglio farlo in maniera schematica, elencandovi i motivi per i quali non tutti possono scrivere un (buon) romanzo. Eccoli qui:


1) La conoscenza della lingua italiana

A dirla tutta questo motivo non mi riguarda personalmente, in quanto sono laureata in lettere e la conoscenza della lingua italiana non è un problema per me. Purtroppo, però, molto spesso tanti pseudo scrittori danno vita a strafalcioni ed erroracci da penna blu, che veramente a vederli mi viene da dare di matto. Se non si sa usare il congiuntivo, non si sa coniugare verbi in generale e non si conosce neanche l'uso della punteggiatura, è meglio posare la penna e darsi all'ippica. 


2) Una trama originale

La prima cosa che deve essere chiara ad uno scrittore prima di accingersi a dar vita al suo libro è la trama che deve essere ben strutturata e soprattutto originale. Negli ultimi anni ci hanno propinato romanzi di vampiri, romanzi di sesso, romanzi con maghi e streghe di tutti i generi e continuano ancora a farlo, senza capire che trattato una volta o due quel tema è ormai inutile riprenderlo ed occorre passare ad altro. Senza contare che, ad esempio nel caso dei romanzi che hanno come protagonisti i maghi, il paragone con la Rowling non reggerebbe. 


3) Bisogna raccontare solo ciò che si conosce

A meno che non ci si accinga a realizzare un romanzo fantasy, sarebbe meglio raccontare nella propria opera ciò che si conosce e trattare argomenti di cui si ha esperienza. Ciò servirà a non scrivere assurdità, perché una volta che il lettore le avrà lette, non sarete più presi sul serio e la vostra carriera sarà stroncata sul nascere. Ad esempio, Alessia Gazzola è un medico legale e la sua serie di romanzi, intitolata "L'Allieva", ha come protagonista proprio una specializzanda in medicina legale che si cimenta in autopsie e cerca di risolvere casi di omicidio.


4) No alle banalità

Bisogna sottolineare una questione molto importante, per scrivere un libro bisogna lasciare da parte le banalità del caso. Tutti sappiamo che l'amore fa soffrire, tutti sappiamo che la luna splende nel cielo, così come tutti sappiamo che la neve cade quando fa freddo. Tutto questo non serve. Le frasi scontate vanno messe al rogo, perché quello che interessa ad ogni lettore che si rispetti è avere di più, entrare in sintonia con lo scrittore, ritrovarsi in lui, vedere che mette bianco su nero le cose che il lettore pensa, ma non sa esprimere bene come chi scrive e allora ci pensa l'autore a dare voce ai sentimenti, alle paure e alle emozioni. Per questo motivo Fabio Volo e i suoi libri scontati possiamo usarli tranquillamente per accendere i camini delle nostre case.


5) "Perché non posso scrivere un libro, oggi lo fanno tutti"

Come sappiamo oggi proprio tutti si cimentano nella scrittura: Benji e Fede, Greta Menchi, Er Faina e via discorrendo. Le librerie sono piene di questa carta straccia, così che tutti vedendo ciò si sentono in dovere di considerarsi migliori e di iniziare a scrivere cose che poi valgono poco o nulla. Cari amici, non lo fate o almeno prima di farlo, posate la penna per un attimo e pensateci attentamente. Attualmente l'editoria italiana è in crisi, ma quando mi sono chiesta perché lo è, mi sono data anche una risposta. Purtroppo gli autori emergenti realmente validi e che realizzano prodotti di buona qualità, sono davvero pochi e non vengono apprezzati così tanto come le opere di questi presunti vip che ormai dominano le librerie. Ciò accade perché i veri lettori sono sempre più rari e quelli occasionali non sanno riconoscere un ottimo libro da uno scadente. Così per questo anno nuovo, mi auguro che la situazione possa migliorare e che coloro che hanno nascosti all'interno dei loro pc, manoscritti e romanzi degni di questo nome, si facciano avanti e aiutino l'editoria italiana a tornare ai fasti di un tempo.

Voi cosa ne pensate amici scrittori e non? Fatevi avanti con i vostri pareri e non abbiate timore. 

Un bacione dalla vostra Contessa!





lunedì 2 gennaio 2017

Recensione: Gli occhi della Gioconda di Alberto Angela

Cari amici, chi mi conosce sa benissimo che ho una passione spropositata per Alberto Angela. Lo so, di non essere unica, ma ciò si spiega facilmente considerando il suo fascino, la sua conoscenza delle lingue e la sua immensa cultura che diffonde a noi "comuni mortali" attraverso un linguaggio semplice ed efficace. Devo ammettere, però, che non avevo mai letto nessuna opera del figlio di Piero Angela, fino a quando non mi si è presentata l'occasione di conoscerlo il 5 dicembre presso la Feltrinelli di via Chiaia a Napoli, dove Alberto avrebbe firmato le copie del suo nuovo libro. Purtroppo, essendoci tantissimi suoi fans non sono riuscita ad incontrarlo, ma ho acquistato una copia cartacea del suo lavoro, l'ho divorato e adesso ve ne parlo.





Titolo: Gli occhi della Gioconda
Autore: Alberto Angela
Editore: Rizzoli
Prezzo: 22,00 euro
Pagine: 319

Nella sua opera Alberto Angela ci racconta il genio di Leonardo attraverso il suo dipinto più famoso ed enigmatico: la Gioconda. Il libro è diviso in 10 capitoli e l'autore non lascia niente al caso, infatti, inserisce anche la cronologia della vita di Leonardo da Vinci, in modo che gli spostamenti del personaggio che sta per andare a raccontare siano chiari ai suoi lettori, fino in fondo. 


Non solo un pittore

Ciò che sottolinea Angela è che il da Vinci non fu solo un importante pittore, ma un grande innovatore in tanti settori. Prima di tutto conosceva perfettamente l'anatomia umana, in quanto dissezionava i corpi umani per studiare la natura stessa come si presentava ai suoi occhi e poi riportarla nelle sue opere d'arte. Egli fu anche molto interessato al concepimento umano, l'apparato riproduttivo femminile e lo sviluppo del feto nel grembo materno, come testimoniano i disegni del grande genio che Alberto riporta nel suo libro. Leonardo va ricordato anche per le macchine e i robot che ideò, come il leone realizzato nel 1515 per essere spedito a Lione in occasione dell'ingresso trionfale in città del re di Francia Francesco I, e per la sua ossessione per il volo. Infatti, il da Vinci voleva trovare a tutti i costi un modo per volare e dopo aver dato vita ad alcuni schizzi in cui rappresentava ali artificiali simili a quelle di pipistrelli, passò a lavorare su vere e proprie macchine per volare, come dimostrano le immagini che vi riporto qui sotto. 




Leonardo allievo

Prima di diventare un grande artista Leonardo fu allievo di Andrea del Verrocchio, una figura centrale del Rinascimento che svolgeva contemporaneamente l'attività di pittore, scultore, orefice, intagliatore e via discorrendo. La sua bottega era il posto migliore per un giovane artista ed è proprio lì che Leonardo iniziò a realizzare le sue prime opere. Alberto Angela ci riporta a questo proposito un episodio molto interessante raccontato dal Vasari nelle sue Vite, infatti ci dice che il Verrocchio mentre stava dipingendo il Battesimo di Cristo, chiese a Leonardo di raffigurare l'angelo più a sinistra e questo uscì talmente bene al giovane da Vinci che il maestro si rese conto di essere stato superato dal suo allievo e si offese. Potete ammirare l'angelo in questione nell'immagine sottostante.









La Gioconda

Non perdiamo. però, di vista la vera protagonista dell'opera di Angela e cioè la Gioconda. Alberto affronta tutti i misteri che ruotano attorno a questa figura. Prima di tutto si chiede chi sia realmente la donna che si nasconde dietro al sorriso enigmatico di Monna Lisa, probabilmente si tratta della moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, Lisa Gherardini, ma l'autore de Gli occhi della Gioconda avanza un'altra ipotesi. Infatti, potrebbe essere anche Pacifica Brandani, amante di Giuliano de' Medici e madre di Ippolito, che Leonardo avrebbe potuto ritrarre nel suo dipinto su ordine dello stesso Giuliano. Ancora Angela si sofferma ad analizzare l'abito verde scuro della Gioconda con le maniche di un colore definito all'epoca "lionato"e il paesaggio del quadro che si trova al Louvre e che potrebbe raffigurare il punto in cui l'Arno oltrepassata la campagna nei dintorni di Arezzo e riceve le acque delle Valdichiana, una valle alluvionale che si trova attualmente tra a Toscana e Umbria.


Insomma, nonostante non sia una grande amate della storia dell'arte il mio giudizio su questo ultimo lavoro di Alberto Angela è più che positivo, infatti ho deciso di assegnargli 4 penne. Vi consiglio davvero di leggerlo, perché al suo interno troverete tante immagini e curiosità interessanti che vi faranno conoscere meglio il genio di Leonardo da Vinci. Un bacione e alla prossima!